Si torna al lavoro

Ciao a tutti, spero abbiate passato un buon periodo e vi siate riposati durante la Pasqua. Io un po’ si… anche se non ho mai smesso di lavorare del tutto, ma ho ridotto i ritmi e ho trascorso un po’ di tempo con la mia ragazza.

Al momento mi sto occupando di article marketing per dei siti turistici e di link building per vari altri siti. Ho anche in progetto la realizzazione di alcuni siti web per dei professionisti e, giocherellando col mio nuovo kindle mi sono venute nuove idee per dei contenuti da proporre, ottimizzati proprio per questo dispositivo.

Presto quindi ci saranno delle novità!

News & Co.

La Godrej and Boyce di Mumbai ha chiuso il suo stabilimento nella città indiana, si trattava dell’ultima fabbrica al mondo che produceva macchine da scrivere.
A riportare la notizia è stato il quotidiano britannico Daily Mail.
Nel suo magazzino rimangono soltanto 200 macchine da vendere, la maggioranza della quali con caratteri arabi. Superate in occidente da ormai vent’anni, in India le macchine da scrivere erano ancora comuni fino a pochi anni fa, specialmente negli uffici pubblici e nei tribunali.
Mi viene in mente che dovrei ancora avere da qualche parte una Olivetti lettera 32… Erano proprio altri tempi.

Concludo questo post dicendo che, l’appena trascorso 25 aprile 2011 ricorreva il centenario della morte di Emilio Salgari.
Salgari è stato senza dubbio uno dei precursori della fantascienza in Italia, (genere che chi mi conosce sa io apprezzo molto) anche se è più noto per le sue storie avventurose, in particolare quelle sui pirati della Malesia.
Nacque a Verona in una famiglia di piccoli commercianti nel 1862, da madre veneziana e padre veronese. Crebbe in Valpolicella, nel comune di Negrar, nella frazione di Tomenighe di Sotto, poi abbandonata per trasferirsi all’attuale “Ca’ Salgàri”.

Il suo primo lavoro edito fu un racconto in quattro puntate, I selvaggi della Papuasia, scritto all’età di vent’anni e pubblicato su un settimanale milanese. A partire dal 1883 riscosse notevole successo con il romanzo La tigre della Malesia, pubblicato a puntate sul giornale veronese La nuova Arena, ma non ne ebbe nessun ritorno economico significativo.

Salgari è infatti tra gli scrittori più noti ed amati, ma molti non sanno che dietro le sue storie avventurose che hanno ispirato e continuano ad ispirare cinema e tv, c’era un uomo che morì suicida definendosi “un vinto”.
Salgari fu sfruttato dagli editori e alla fine non riuscì a reggere i ritmi a cui era costretto a scrivere e i suoi nervi cedettero. Poco dopo destino volle che anche la sua famiglia lo seguì nel suo tragico destino.

I contratti obbligavano Salgari a scrivere tre libri l’anno: per mantenere questi ritmi era costretto a scrivere una media di tre pagine al giorno. Se voleva riposare un giorno quello seguente ne doveva scrivere 6, inoltre dirigeva un periodico di viaggi.

Scriveva fumando cento sigarette al giorno e bevendo vino marsala, abitudini che di sicuro non l’aiutarono. È stato un grande scrittore e un uomo molto sfortunato, è giusto ricordarlo e ringraziarlo per i sogni che c’ha regalato.
L’Editore il Narratore audiolibri (ilnarratore.com), con cui ho il piacere di collaborare, lo omaggia proponendo agli appassionati di libri, in particolare quelli da ascoltare, “Le Tigri di Mompracem” in mp3 + testo completo in .doc

Per maggiori informazioni e link: OMAGGIO A EMILIO SALGARI.

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