Lo zoo di Google

Lo zoo di Google

Se vi interessate di SEO (search engine optimization) anche solo superficialmente, avrete quasi di sicuro sentito parlare di Google Panda, Google Penguin e, più di recente, Google Hummingbird. Se avete qualche perplessità su cosa rappresentino questi animali e vi sentite un po’ come il visitatore di uno zoo, di seguito troverete risposta ai vostri dubbi.

Google, in diversi Paesi compresa l’Italia, è l’indiscusso leader delle ricerche online, pertanto se avete un sito e volete che la gente lo trovi, è importante fare in modo che appaia tra i suoi risultati, nella migliore posizione possibile.

Ci sono interessi notevoli che spingono privati, aziende grandi e piccole, e chiunque abbia un sito, a studiare sempre nuovi sistemi per ricevere traffico da Google, a volte sfruttando le stesse idee alla base del motore di ricerca, che hanno contribuito a renderlo il colosso che è oggi.

Google, quando è nato, introdusse un algoritmo che calcolava la popolarità di un sito, contando quante pagine lo linkavano. In base alla sua popolarità, andava poi a posizionarlo più o meno in alto nei risultati di ricerca. Questa intuizione, relativamente semplice, nella fase iniziale dette a Google un enorme vantaggio competitivo sugli altri motori. Ma questo sistema, proprio perchè semplice, era facilmente manipolabile.

Nel tempo quindi Google raffinà sempre di più i sui algoritmi, rilasciandone diverse versioni, che non solo contavano i link in entrata, ma ne valutavano anche la qualità, così come l’originalità dei contenuti del sito da posizionare, e moltissimi altri elementi.

Gli ultimi algoritmi del popolare motore di ricerca, sono stati appunto indicati con i nomi di tre animali: Panda, Pinguino e Colibrì. Ognuno di questi ha introdotto delle novità che è bene conoscere per evitare di commettere errori che potrebbero penalizzare il proprio sito, rendendolo meno visibile nei risultati di ricerca, o addirittura portando alla sua completa esclusione dagli indici del motore.

Vediamo quindi quali sono alcune delle novità introdotte dal bestiario googheliano.

Per prima cosa, giusto per complicarci un po’ la vita, diciamo subito che questi animali convivono, ovvero non è che il pinguino sostituisca il panda, ecc. ma si tratta di algoritmi che vengono aggiornati costantemente, quindi ci sono stati e ci saranno, vari update di panda, altri di penguin, ecc. Ognuno di questi introdurrà novità più o meno rilevanti.

La prima delle mitiche bestie di Google è stata il Panda, che ha fatto la sua comparsa nel 2011 e, a colpi di Kung-Fu, c’ha liberati da parecchie delle cosiddette content farms, le fabbriche di contenuti, inutili e di scarsa qualità, spesso scopiazzati da altri siti, e messi online con l’unico obbiettivo di avere molte pagine da far indicizzare ai motori di ricerca.

Nel 2012 è arrivato il pinguino che s’è subito fatto conoscere come nemico dello spam e del keyword stuffing.

Google Hummingbird

Google Hummingbird (Colibrì) è stato introdotto nel 2013 e ha l’obbiettivo di migliorare la qualità dei risultati di ricerca, in particolare per le long tail, inoltre Hummingbird utilizzerà Knowledge Graph per offrire risultati contestuali a domande specifiche, con particolare attenzione alle ricerche locali e a quelle vocali.

La direzione che Google sta seguendo fin dalle prime versioni di Panda e Penguin (e in realtà un po’ da sempre) è quindi quella di filtrare le schifezze e valorizzazione i contenuti di qualità, quelli che sono veramente in grado di fornire risposte utili a chi effettua una ricerca.

Se il vostro sito risponde ad un bisogno, dando informazioni pertinenti, in modo chiaro e rapido, e magari è l’unico sito che lo fa, o comunque spicca sugli altri per un qualche valore aggiunto, allora le terribili fiere di Google saranno al vostro fianco, in caso contrario attenti, potrebbero sbranarvi.

Ogni algoritmo di Google, e in realtà anche ogni suo successivo aggiornamento, richiederebbe ampie trattazioni, che però alla fine credo interessino solo ai più esperti.

La cosa importante da capire è che Google è nato per aiutare le persone a trovare quello che cercano, e ha avuto successo perchè l’ha fatto meglio di altri. È normale quindi che voglia continuare a fare bene quello per cui è diventato un colosso internazionale. Per fare bene il suo lavoro Google cerca quindi sempre nuovi, e più sofisticati sistemi, per trovare siti di qualità da proporre in risposta alle domande (ricerche) dei suoi utilizzatori.

Anche se cambiano i sistemi con cui, nel tempo, Google determina la qualità, e quindi il peso, o se preferite l’autorevolezza o l’affidabilità, di un sito web, quello che non è mai cambiato, fin dalla nascita del motore, è il desiderio di dare agli utenti risposte utili ed esaustive.

Quindi se lavorate seriamente, senza cercare scorciatoie o sotterfugi, proponendo con onestà quello che avete da offrire sul vostro sito, condividendo informazioni e facendolo con la massima attenzione per l’utente, verrete certamente premiati.

Il segreto è non farsi ossessionare dalla SEO, ma produrre contenuti e servizi che siano rivolti alle persone, non a Panda e compagnia. Se le persone troveranno utili, interessanti, originali, appaganti i vostri contenuti, anche le bestie di Google lo noteranno, e se così non fosse, beh pazienza, ci sono anche altri canali oggi per ricevere visite mirate.

Knowledge Graph

Knowledge Graph, ovvero come dice Google: “Trova le risposte a domande a cui non avevi neanche “pensato”.

Come si vede nel video sotto, i continui sforzi di Google per migliorare le ricerche online si stanno muovendo in una direzione già delineata, il colibrì, veloce e preciso, darà migliori risultati capendo il senso delle parole e il loro contesto.

Storia dei vari aggiornamenti di Google (non solo zoo)

Se siete degli autentici storici del web, o per qualunque motivo volete documentarvi su tutta la complessa cronologia dei vari aggiornamenti algoritmici (e relativi update) di Google, dal 2000 ad oggi, vi rimando a questo interessante link.

 

4 pensieri su “Lo zoo di Google

  1. Prima di Google in effetti era un casino trovare qualcosa di pertinente, nonostante ci fossero molti meno siti di ora.

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