Trent’anni dopo la creazione del primo indirizzo internet, la scorta di indirizzi IP è ufficialmente terminata. Ma niente paura, il passaggio ad una nuova generazione di indirizzi è già partita e, per la maggior parte degli utenti avverrà senza neppure rendersene conto.
In una recente cerimonia tenutasi a Miami, l’organizzazione che gestisce l’assegnazione degli indirizzi Internet ha distribuito gli ultimi indirizzi IPv4, avviando una riflessione su quanto il web sia ormai diventato una presenza sempre più capillare nelle nostre vite.
Ogni computer, smartphone e server Web necessita di un indirizzo IP che lo identifichi e permetta lo scambio di dati su internet. La sempre maggiore diffusione di dispositivi, fissi e mobili, in grado di connettersi alla rete, il grande successo di siti come Google o Facebook, e la costante nascita di nuovi siti web professionali e personali, grandi e piccoli, hanno fatto sì che si superasse il limite di quattro miliardi di indirizzi IP possibili con lo standard IPv4 introdotto nell’ormai lontano 1981.
Il nuovo standard che risolverà la situazione è l’IPv6, che permetterà qualcosa come 340 miliardi di miliardi di indirizzi IP. Se lo spazio garantito dallo standard IPv4 fosse paragonato ad una sfera, sarebbe un palla da golf, mentre l’IPv6 sarebbe grande quanto il sole.
Laptop, netbook, smartphone e console portatili che utilizzano la connessione al web supportano già lo standard IPv6 e, secondo l’opinione degli esperti, meno dell’1% degli utenti dovrà riconfigurare i propri dispositivi per passare a questo nuovo standard, che nei prossimi anni sarà adottato, progressivamente da tutti i siti web.