Ormai tutti lanciano progetti NFT, molti dei quali di NFT Art. Alcuni sono validi, altri delle ciofeche, come è normale che sia.
Un tempo si diceva che l’intelligenza artificiale o più in generale “le macchine” per dirla in stile Terminator, avrebbero potuto sostituirci in tanti lavori, specie quelli più ripetitivi, ma non avrebbero mai potuto superarci nelle attività creative, come scrivere una poesia, un romanzo, o dipingere un quadro. Nel giro di pochi anni le cose sono molto cambiate e per i creativi sta tirando una brutta aria.
Ci sono AI che scrivono testi, decisamente buoni, in tempi brevissimi, surclassando i copywriter umani e stanno sempre più andando di moda AI che dando loro poche parole di input, restituiscono dopo qualche secondo immagini molto creative, degne di un buon illustratore o pittore.
C’è chi obbietta che non fanno altro che rielaborare immagini, parti di opere e stili, che qualche umano ha dato loro in pasto andando a creare un grande database. Ma gli artisti umani non funzionano forse allo stesso modo? Ogni artista in genere si forma guardando e spesso copiando opere di chi l’ha preceduto, quindi fa le stesse cose dell’AI che però è più rapida ed efficiente. Insomma la competizione si fa dura!
In questo scenario complesso c’è un progetto interessante, quello di Sophie, “una ragazza” che si definisce essere umano digitale animato dall’AI. Può fare varie cose, spesso già viste, come ad esempio chattare con le persone. Tra le cose che fa Sophie, che peraltro si dedica anche alla beneficenza, c’è il prossimo lancio di un suo progetto NFT. Come sarà? Staremo a vedere, ma il rischio che superi per qualità e interesse suscitato, quelli di tanti creativi umani analogici, è piuttosto concreto.