Si parla molto di ROI, ma forse qualcuno non ha chiaro cosa significhi questa sigla. Si tratta dell’acronimo di “return on investment”, il ritorno sugli investimenti. Provo a spiegarlo in modo semplice, e forse semplicistico, in modo che anche l’ormai giornalisticamente proverbiale “casalinga di Voghera” possa capirci qualcosa.
Il ROI è un parametro molto importante che indica la redditività e l’efficienza economica di un investimento, ad esempio nel settore pubblicitario, ma non solo.
Quando acquistate un sito, ad esempio, il venditore vi dirà che genera determinate entrate mensili, ma sarà in genere più restio a rivelare a seguito di quanti e quali investimenti ci riesce.
Infatti, un sito che guadagna 10000 euro al mese, ma ne spende 11000 tra server, contenuti, pubblicità, ecc. non è certo un buon acquisto. Mentre un sito che permette un guadagno di 500 euro mensili a fronte di 100 euro di spese, come è facile capire lo è.
In genere, più un sito web cresce, in termini di visite e, di conseguenza, anche di guadagni, e più sarà costoso mantenerlo, come d’altra parte per ogni attività.
Una grande azienda guadagna più di una piccola, ma ha molte più spese, avendo una sede più grande, un maggior numero di dipendenti, ecc.
Determinare quindi i guadagni “netti” e sapere quando ogni investimento permetta di avere un ritorno economico è molto importante.
Online, va detto però, ci sono attività, come quelle legate al content marketing e al branding aziendale, che sono difficilmente misurabili. Spesso danno ottimi risultati, ma in tempi medio lunghi e, in ogni caso, difficili da quantificare sul piano economico.
Nel caso di una campagna AdWords, ad esempio, è tutto più semplice. Se spendiamo 100 euro per portare visitatori sul nostro sito e riusciamo, vendendo loro dei prodotti, o in qualsiasi altro modo, a guadagnare più di quanto abbiamo speso, il nostro ROI sarà positivo, in caso contrario dovremo cambiare strategia (o chiudere la baracca).
2 pensieri su “Il ROI a prova di vecchina che fa la spesa al mercato”
Secondo me, la vecchina, quando si parla di soldi, è più sveglia di un laureato in economia.