Si parla tanto di storytelling, quasi come fosse un mantra della comunicazione contemporanea. Per comunicare efficacemente il valore di un brand, un prodotto o un servizio, la scelta è sempre più spesso quella di “raccontare storie”. Storie, ad esempio, su come nasce un prodotto o sulla quotidianità della vita in azienda.
Ma da dove viene questa voglia, o meglio questo bisogno di raccontare e sentirsi raccontare delle storie?
A molti di noi da bambini, i genitori o la maestra hanno raccontato favole e altre storie. Anche se siamo stati semplicemente parcheggiati davanti al televisore, abbiamo comunque avuto la nostra buona dose di storie, in forma di cartoni animati, film e telefilm.
Crescendo molti si sono appassionati al cinema o alla letteratura, aumenta costantemente il numero dei dipendenti dalle serie tv o di chi investe cifre di tutto rispetto in videogames. Tutti amano le storie, amano ascoltarle e raccontarle, ma perché?
Nel libro “The storytelling animal” di Jonathan Gottschall ci si spinge ad affermare che siano state le storie a renderci quello che siamo. Ad un certo punto dell’evoluzione le storie ci hanno reso umani.
Nel libro si parla di due ipotetiche tribù ancestrali: quella della pratica e quella delle storie. La tribù della pratica pensava solo a lavorare. La tribù delle storie, pur dedicandosi anche ad attività importanti per la sopravvivenza, si ritagliava sempre dei momenti per inventare e raccontare storie.
Poteva sembrare una perdita di tempo, ma in qualche modo questo si rivelò un vantaggio evolutivo e fu proprio la tribù delle storie quella che sopravvisse. Noi tutti discendiamo da quella tribù.
Tornando allo storytelling, le storie non devono mentire, inventare o tentare di manipolare, devono solo raccontare o se si preferisce condividere un’esperienza, un percorso, un sogno, un’ambizione o un’aspettativa. La storia è un potente strumento per formare, informare e confrontarsi, se usata bene fa crescere non solo chi la racconta, magari per vendere qualcosa, ma anche e soprattutto chi la ascolta.
Se fate storytelling non pensate solo a voi e alla vostra storia, ma a chi vi rivolgete nel raccontarla.