Perché le critiche a VeryBello sono giuste

verybello

Io non amo particolarmente i blog di grafici, programmatori, SEO, ecc. che appena possono scrivono di politica, economia o altri argomenti, che nulla hanno a che fare con quelli che trattano di solito, e che ci si aspetterebbe da loro. La sensazione che lo facciano solo per dire “ci sono”, “sono sul pezzo”, “commento l’attualità”, e di conseguenza, che lo facciano solo per ricevere qualche visita in più è forte, e probabilmente decisamente fondata. Liberi di fare quello che si preferisce, naturalmente, ma io non ho mai adottato questa strategia.

Oggi però, anche se un po’ in ritardo, rispetto ai soliti di cui sopra, ho deciso di scrivere due righe su verybello, perché in fondo si parla di un sito web (quindi materia mia) e non di un sito qualsiasi, ma voluto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, e si da il caso che io sia laureato in Conservazione dei Beni Culturali.

Su verybello.it (o .com) è stato detto e scritto di tutto, da quando il Ministro Dario Franceschini l’ha presentato non senza una punta d’orgoglio.

Ora, non è mia abitudine criticare il lavoro degli altri, quindi non scriverò nessun commento “tecnico” sulle pecche del sito, d’altra parte chi è in grado di creare un “sito perfetto”?

Ci sono però dei punti nella questione che mi hanno molto infastidito:

  1. Il costo del progetto (che per capirci ci sobbarchiamo noi contribuenti)
  2. Il fatto che, al momento della sua messa online il sito era solo in lingua italiana
  3. I commenti del Ministro Franceschini, in particolare su Twitter

Sembra, ma sinceramente non ho avuto tempo e voglia di verificare la cosa, che il progetto sia costato 5 milioni di euro 35.000 euro (+ Iva), e la cosa fa subito tornare alla memoria un altro flop della politica nostrana sul web, ovvero italia.it.

Il costo non riguarda solo il sito, ma anche la promozione dello stesso, tuttavia, appare comunque più che spropositato, visti anche i risultati ottenuti.

Inoltre, come detto, siccome parliamo di soldi pubblici, mi pare il minimo che noi contribuenti, si possa dire la nostra, e anche incazzarci. Non è concepibile che pago per una cosa, che non ho chiesto e non mi piace, salta fuori una #verymerda, e non possa neanche lamentarmi.

Veniamo al punto due. Si chiama verybello: nome bello, brutto, sensato, insensato, troppo simile a verybella.it… Dettagli, ma è evidente, che fin dal nome si rivolge, in primis ai turisti. Allora perché (cazzo) al momento del lancio, e chissà per quanto ancora, era solo nella nostra lingua?

Punto finale, e forse per me, il più irritante, il Ministro su Twitter s’è mostrato compiaciuto che grazie ad ironie, critiche e cattiverie, il sito abbia subito ricevuto un sacco di traffico, tanto che (questo però non l’ha detto) era tra il lentissimo e l’irraggiungibile.

Mi danno molto fastidio quelli che usano la rete per sfogare le proprie frustrazioni e sono sempre pronti a criticare tutto e tutti, in questo caso però, per i motivi di cui sopra, le critiche ci stavano, e il ricordo di italia.it è ancora troppo vivo e doloroso, per non affiancarvi subito verybello.

Il fatto che il Ministro scriva una cosa come quella sotto riportata, dimostra, non solo che ne capisce poco (o nulla) di web, e questo ci può anche stare, anche se sarebbe preferibile si aggiornasse un po’, ma soprattutto, cosa più grave, e comune a molti politici, in particolare del suo schieramento, ne capisce pochissimo di comunicazione.

verygrazie

Il fatto che migliaia di persone critichino un progetto, rendendolo visibile, non è una bella cosa. Il “bene o male l’importante è che se ne parli” è una cazzata.

Link per approfondire:

In questo post “VeryBello!, come trasformare una disfatta in una opportunità” Riccardo Luna, scrive cose che condivido pienamente.

Se invece volete infierire anche sul piano tecnico, ecco l’analisi di Matteo Flora: “#VeryBello: le mie considerazioni tecniche“.

Non scordiamoci poi, purtroppo, che come scrive Valentina Falcinelli, “VeryBello è solo la punta dell’iceberg“.

Buona lettura

2 pensieri su “Perché le critiche a VeryBello sono giuste

  1. Condivido quello che dici, soprattutto per il commento su Twitter di Franceschini (che sia andato a ripetizioni da Gasparri?). Le critiche e i commenti negativi non sono certo utili al fine di dare un servizio. Poi la questione della sola lungua italiana mi pare proprio ridicola, considerando il target estero… Mah.
    Ciao e grazie per il post.

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